Si è tenuto stamane a Potenza l’attivo unitario di Fai Flai Uila sul Piano del Lavoro, della Crescita e della Coesione per la Basilicata e in preparazione della manifestazione nazionale unitaria del 22 giugno organizzata da Cgil Cisl Uil in Piazza San Giovanni a Roma. Nel corso dei lavori, che hanno registrato un’ampia partecipazione, sono state illustrate ai quadri, dirigenti e delegati delle tre federazioni sindacali le proposte contenute nel Piano del Lavoro, con particolare attenzione a quelle messe a punto dalle segreterie regionali di Fai Flai Uila in materia di forestazione produttiva e agroindustria. Sono intervenuti, tra gli altri, i segretari generali di categoria, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, il segretario nazionale della Flai Cgil, Mauro Macchiesi, che ha chiuso i lavori, e numerosi delegati delle tre federazioni sindacali.
I sindacati propongono, in particolare, la costituzione di un’agenzia regionale per una gestione più razionale ed efficiente della forestazione, superando la fallimentare esperienza delle aree programma. “Nella prossima programmazione – spiegano Fai Flai Uila nel documento presentato stamane – sarà vitale per il comparto forestale l’individuazione di altre attività che producano entrate dirette per esprimerne al massimo le potenzialità del settore e farne un volano per nuova e diretta occupazione”. Per Fai Flai Uila si possono individuare “rilevanti spazi di finanziamento con i fondi europei che nella programmazione 2014-2020 sempre di più favoriscono interventi mirati alla mitigazione degli effetti legati al cambiamento climatico”.
Altro tema al centro delle riflessioni della mattinata è stato quello della filiera agroindustriale. “La presenza di primarie industrie di trasformazione e delle acque minerali non ha nel tempo generato un indotto di qualità, sia per quanto riguarda la produzione agricola, sia per quanto riguarda i servizi, eppure potenzialità e domanda potrebbero facilmente incontrarsi strutturando un’offerta in loco”.
Fai Flai Uila propongono, pertanto, la realizzazione di un contratto di sviluppo per il rafforzamento della filiera agroindustriale lucana, favorendo “la costituzione di una rete di imprese di fornitori di materie prime, programmi di offerta combinata di servizi di manutenzione, imballaggio, trasporto e logistica promossi da imprese locali e una linea di intervento specifica per i servizi alle acque minerali, dalle pedane, al Pet, alla etichettatura, alla fornitura di sostanze gassose, anche come incentivo alla reindustrializzazione degli attuali siti di estrazione ed imbottigliamento nella zona del Vulture”.