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“Il caporalato ai tempi del Coronavirus”, intervista a Onofrio Rota

“Continuiamo a sostenere quanto proposto già l’anno scorso: una regolarizzazione che contribuisca a far emergere il lavoro nero, a riconoscere diritti e doveri ai tanti immigrati lasciati ai margini della società, specialmente dopo i decreti sicurezza”. Lo afferma il Segretario Generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in una lunga intervista sul caporalato pubblicata oggi da In Terris, il quotidiano digitale fondato da Don Aldo Bonaiuto.
“Nelle baraccopoli – afferma il sindacalista parlando dell’emergenza Coronavirus – servono interventi urgenti: non solo informazione, ma anche visite mediche, sanificazione degli ambienti, dispositivi di sicurezza. Per quanti sforzi si facciano, anche contro il Coronavirus molti residenti dei ghetti rimangono gli ultimi tra gli ultimi. Ancora non sono bene informati dei gravi rischi che corrono, e quando lo sono si trovano comunque nell’impossibilità di difendersi. Le stesse raccomandazioni dei ministeri sono pubblicate in italiano, il che vuol dire che tante persone neanche le comprendono. In questo momento, nei ghetti, senza sindacati e senza volontari delle ong l’ecatombe sarebbe già compiuta”.
“Il fatto che neanche in piena emergenza da Coronavirus i caporali smettano di speculare sulla pelle dei lavoratori – spiega Rota – la dice lunga sul fenomeno e sulla spregiudicatezza di queste persone. Essendo il motore trainante della nostra economia, ed essendo anche in questo momento considerato fondamentale per tutti, al pari dei settori sanitario e farmacologico, l’agroalimentare farà sempre gola alle organizzazioni criminali. Ma abbiamo dalla nostra parte tanti strumenti per vincere: giuridici e penali, culturali, sociali. Sono convinto che questa crisi enorme vada colta anche per rivedere tutti i nostri comportamenti quotidiani: accettare di lavorare in nero, acquistare prodotti non certificati, non denunciare i fenomeni mafiosi, sono tutte cose che dovranno essere ripudiate, se si vuole un’economia più sana e più civile”.

 

fonte:www.faicisl.it