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Più royalty per l’acqua Piace ad amministratori e sindacati l’emendamento di Romaniello

«Salvaguardare i territori interessati dalle attività di utilizzazione delle acque minerali, tutelandoli in qualche modo anche dal punto di vista economico significa certamente andare nella direzione giusta». È il commento del sindaco di Atella, Nicola Telesca, dopo l’emendamento alle legge si stabilità presentato in aula dal consigliere regionale, Giannino Romaniello e relativo alle royalties incamerate dalla Regione dalle aziende di imbottigliamento delle acque minerali. Tra le richieste dell’esponente politico lucano, ricordiamo, quella che prevede il trasferimento annuale ai Comuni interessati dalle attività di utilizzazione delle acque minerali, termali o di sorgente «delle risorse rivenienti dai versamenti dei concessionari relativi all’acqua emunta ma non imbottigliata, nonché del 10 per cento di quelle provenienti dai versamenti dei concessionari relativi all’acqua imbottigliata, con vincolante finalità di salvaguardia e ripristino ambientale».

«È chiaro – evidenzia il primo cittadino di Atella – che il quantum sarebbe da parametrizzare a una serie di normative. Ma si tratta di una idea per noi positiva. Fino ad oggi del resto c’è stata poca attenzione a questo discorso rispetto a quanto sarebbe stato necessario. Il comparto delle acque minerali – aggiunge Telesca – è per noi molto importante. Le ricadute economiche ci sono, il livello occupazionale è il fattore più importante sul tavolo. Abbiamo aziende rilevanti, nomi di grande spessore – sottolinea il sindaco di Atella – che hanno investito nel nostro territorio. Certo, si può ancora migliorare. Ma lo spirito propositivo deve esprimersi ai vari livelli, con la capacità di pungolare e di essere presenti ai tavoli importanti». «Sono convinto fortemente che la proposta di emendamento sia da accogliere positivamente», interviene il coordinatore della Fai-Cisl di Potenza, Antonio Lapadula.

«Il bacino del Vulture – continua il sindacalista – va preservato, anche con interventi di forestazione e di mantenimento. Parliamo di un serbatoio di risorsa idrica che potrebbe soddisfare un miliardo di persone. Ma proprio per questo – mette in chiaro – l’acqua del Vulture deve essere tutelate. Le risorse che deriverebbero dalle royalties potrebbero servire a tale scopo e diventerebbero molto utili per i Comuni dei territori che ospitano le aziende di imbottigliamento e commercializzazione delle acque minerali». Gerardo Nardiello, segretario regionale della Uila-Uil afferma però che bisognerebbe ritoccare le tariffe dell’acqua praticate alle industrie del settore, ritenendole «troppo basse rispetto ai tempi».

«Ritengo sarebbe corretto – insiste il sindacalista – fare una verifica sull’adeguamento del costo dell’acqua. Vengono praticate alle aziende tariffe datate, che bisognerebbe adeguare alle attuali condizioni. Siamo di fronte – ribadisce Nardiello – a prezzi bassi, vecchi di decenni. Non sarebbe un’eresia, quindi, riprendere una discussione con le aziende e andare ad aumentare la tariffa dell’acqua . Se poi si riesce a mettere in piedi una norma che permetta di distribuire parte di quei soldi ai Comuni, ben venga. Sarebbero risorse utilissime per interventi sull’ambiente, sul territorio, sulle foci delle acque».

fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it