Critiche e suggerimenti al disegno di legge della Giunta sulla “Nuova disciplina in materia di bonifica integrale, irrigazione e tutela del territorio” sono venute da parte delle organizzazioni sindacali Sindicob, Ugl, Cisl, Uil, Cgil e dalle organizzazioni professionali Coldiretti e Confagricoltura nelle audizioni tenute oggi in terza Commissione presieduta da Francesco Pietrantuono (Psi).
Pennacchio, in rappresentanza della Sindicob (sindacato dirigenti Consorzi) ha evidenziato le proprie perplessità in merito ad alcune norme previste che sarebbero incompatibili con l’ordinamento regionale in materia di personale. “In particolare – ha detto – rileviamo articoli dubbi e penalizzanti per quanto riguarda la nomina del direttore generale, che non avverrebbe più con selezione pubblica ma direttamente da parte dell’amministratore unico. Nella legge inoltre non sono ben specificate le competenze del direttore e dell’amministratore unico. Infine declassare i Consorzi a mero ufficio periferico appare penalizzante per i funzionari e per la stessa utenza”.
Vincenzo Esposito (Flai Cgil) ha lamentato la mancata consultazione da parte della Giunta regionale prima di redigere il disegno di legge. “Condividiamo – ha detto – la necessità di riorganizzazione dei Consorzi anche al fine del contenimento della spesa e di una migliore funzionalità, ma nella legge rileviamo un accentramento delle funzioni che non gioverà all’utenza. Vorremmo fosse mantenuta la dislocazione dei comprensori territoriali per le funzioni ed infine, cosa non meno rilevante, non si evince come i Consorzi possano uscire dalla crisi finanziaria in quanto non si parla di piano industriale. Per quanto riguarda il personale attualmente in servizio riteniamo necessario, nel passaggio ad un unico Consorzio, che siano fatti salvi gli accordi migliorativi già siglati rispetto al contratto nazionale di categoria”.
“Abbiamo sempre sostenuto la necessità – ha detto Gerardo Nardiello, segretario regionale della Uila Basilicata – di portare da tre ad uno i Consorzi di bonifica ed il disegno di legge approvato nel suo complesso può anche essere accettato. Ciò che dispiace è non essere stati consultati prima. Dobbiamo sicuramente immaginare un sistema di erogazione dei servizi più snello verso gli utenti, facciamo mea culpa per non essere riusciti ad evitare in questi anni quello che poi ha portato ad una profonda crisi finanziaria. A noi interessa guardare alle persone che da anni sono nel circuito del rapporto di lavoro con i Consorzi e stabilizzarle tutte eliminando la precarietà”.
Per Antonio Lapadula (Fai Cisl Basilicata) “la prima criticità riscontrata nel disegno di legge in discussione è il non tener conto che i tre Consorzi hanno avuto storie diverse con vocazioni diverse. Sembra che il dispositivo sia stato fatto su misura solo per l’attuale commissario unico. Manca un piano industriale che ci faccia comprendere come si vuole andare avanti ed è indispensabile salvaguardare i lavoratori tenendo conto della contrattazione già avviata”.
Per Piergiorgio Quarto, presidente della Coldiretti, “l’agricoltura negli ultimi anni ha aumentato le giornate lavorative con 10.000 persone assunte. La nascita dei Consorzi ha consentito uno sviluppo territoriale e non vogliamo che venga sprecato il lavoro fin qui fatto. Certamente però alcuni articoli del disegno di legge snaturano la funzione stessa dei Consorzi. Contestiamo l’amministratore unico e riteniamo che il Consorzio debba restare legato al territorio, un organo meno costoso sicuramente ma più democratico. Creiamo un’unica struttura amministrativa ma manteniamo il supporto tecnico nei territori”.
“Condivido – ha detto Marcello Di Ciommo della Confagricoltura – le perplessità sollevate dalla Coldiretti ed esprimo critiche sul metodo e merito con cui si è giunti a questo disegno di legge. Non si può approcciare ad una questione così importante senza il passaggio democratico nelle sedi competenti. Esiste un tavolo verde aperto alle discussioni su tutto ciò che va ad incidere sull’agricoltura e noi non siamo mai stati chiamati a discutere di questo dispositivo prima della sua approvazione. Il ddl ignora la legge nazionale sulla bonifica, non considera l’autogoverno, la sussidiarietà e l’esigenza della collettività di assumersi responsabilità rispetto al ruolo da svolgere. Si vuole fare un’altra cosa trasformando i Consorzi in Agenzia con uno stravolgimento dell’esistente. Questa nuova legge tradisce gli obiettivi della sostenibilità, del buon assetto del territorio e della gestione efficiente e corresponsabile dei consorziati”.
Alla discussione che è seguita alle audizioni sono intervenuti in consiglieri Lacorazza, Romaniello, Giuzio, Galante, Cifarelli e Miranda Castelgrande. Al termine della seduta il presidente Pietrantuono, a nome dei commissari, ha chiesto ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e professionali di favorire una sintesi delle richieste avanzate ed ha assicurato che la Commissione si ripiegherà sul disegno di legge affinché vengano superate tutte le criticità sollevate.
Il disegno di legge disciplina, tra l’altro, le modalità dell’intervento pubblico per l’irrigazione, la difesa e la valorizzazione del territorio rurale attraverso la costituzione di un unico comprensorio, sul quale è istituito un unico Consorzio di bonifica denominato ‘Consorzio di bonifica della Basilicata’.
Ai lavori della Commissione hanno partecipato, oltre al presidente Francesco Pietrantuono (Psi), i consiglieri Carmine Miranda Castelgrande, Vito Giuzio, Piero Lacorazza, Roberto Cifarelli e Vincenzo Robortella (Pd), Giannino Romaniello (Gm), Nicola Benedetto (Cd), Luigi Bradascio (Pp), Paolo Galante (Ri), Paolo Castelluccio (Pdl-Fi), Gianni Leggieri (M5s) e Gianni Rosa (Lb-Fdi).