Le difficoltà non sono mancate. Le tribolazioni dei dipendenti nemmeno. Ma tra alti e bassi, il conservificio di Gaudiano di Lavello resta una delle realtà economiche più dinamiche nell’area Nord della Basilicata e nel settore dell’agroalimentare. Tra agosto e ottobre vengono trasformati ogni anno circa 800 mila quintali di pomodoro per conserve. Ma vengono lavorati anche grossi quantitativi di frutta, che vengono confezionati (come anche il pomodoro) in altri stabilimenti del gruppo Doria, che dal 2004 ha il controllo indiretto della struttura. Le attività dello stabilimento sono importanti soprattutto durante il periodo estivo, quando per la mole di lavoro arrivano ad essere impiegati fino a 400 operai stagionali, la maggior parte dei quali provenienti da Lavello e dai comuni del circondario.
“Il conservificio di Gaudiano di Lavello è uno degli esempi positivi di come si possono gestire fondi pubblici in maniera positiva”, dice il segretario della Fai Cisl Antonio Lapadula che da alcuni anni insieme ai colleghi della Flai Cgil e della Uila Uil – segue le vicende dello stabilimento lucano di trasformazione del pomodoro, “i problemi nel tempo – sottolinea il sindacalista – non sono mancati, ma alla fine si è sempre riusciti a trovare una soluzione per garantire una certa stabilità occupazionale, per creare la possibilità di chiamare a lavorare ogni anno dai 350 ai 400 stagionali, e per ottenere rilancio dello stabilimento dopo un periodo buio durato fino alla fine degli anni ’90”.
Il conservificio di Gausdiano di Lavello iniziò l’attività nel 1978, con una gestione affidata al Corac, il Consorzio di cooperative agricole aderente alla Confcooperative. Nel 1992 il Corac confluì con altri soggetti agricoli nella Spai, per superare alcuni problemi economici ed evitare la dichiarazione di fallimento e l’apertura della relativa procedura concorsuale. Ma le difficoltà non terminarono e nel 1996, a causa dei grossi debiti accumulati, l’allora presidente ottenne l’amministrazione controllata. Il commissario giudiziale nominato andò a stipulare un contratto annuale (in seguito rinnovato) per la lavorazione del pomodoro in conto terzi con Conserve Italia (marcho Valfrutta). Nonostante ciò l’azienda non riuscì a soddisfare i creditori e venne dichiarato il fallimento con la mobilità di tutti i lavoratori. In seguito dopo la rinuncia da parte di Conserve Italia, la gestione trentennale del conservificio di Gaudiano di Lavello venne affidata ad un nuovo soggetto industriale, l’Eugea Mediterranea, che dopo non molto tempo per risolvere i problemi economici ed occupazionali firmò un’intesa con la Regione Basilicata, che stanziò circa 20 miliardi delle vecchie lire. I lavoratori vennero riassorbiti e lo stabilimento inziò lentamente a recuperare terreno. Dieci anni fa è entrata in scena la Doria, che ha acquisito il controllo indiretto di Eugea Mediterranea per la gestione dello stabilimento, che nel frattempo ha riacquisito stabilità (anche attraverso un programma di rilancio) garantendo occupazione non solo ai circa 30 dipendenti fissi, ma anche ai 350-400 stagionali che partecipano ogni anno alla campagna estiva di trasformazione del pomodoro.
fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 24 agosto 2014