Il segretario nazionale della Fai Cisl, Stefano Faiotto, ha incontrato stamane a Potenza dirigenti e delegati della federazione per fare il punto sulle principali vertenze in corso e sul processo di riorganizzazione della Fai e della Cisl. I lavori dell’incontro sono stati introdotti dal segretario regionale Antonio Lapadula che ha illustrato le principali questioni sul tappeto: dalla crisi dei consorzi di bonifica alla situazione drammatica delle associazioni provinciali allevatori, passando per le incognite legate alla forestazione e alla filiera agricola e alimentare. “Siamo in un tempo non normale e non facile”, ha detto Faiotto, “le difficoltà non sono solo di natura finanziaria, siamo in una fase di trasformazione del settore agricolo”, settore che per il segretario nazionale della Fai Cisl “può avere una chance solo se sarà un’agricoltura di qualità in grado di competere sui mercati mondiali”.
“Abbiamo ottimi prodotti – ha detto ancora Faiotto – ma spesso non li sappiamo vendere in un mercato che non è più locale ma globale. L’agricoltura di sussistenza locale vale oggi il 7-8 per cento del mercato, dunque la vera competizione si fa sui mercati internazionali dove si vince con la qualità”, ma per un’agricoltura di qualità occorre rafforzare il sistema dei servizi, come i consorzi di bonifica (“devono essere enti di autogoverno efficienti e trasparenti”), le associazioni allevatori (“essenziali per la zootecnia”) e la forestazione (“ma per il rinnovo del contratto nazionale ci manca l’interlocutore dopo l’abolizione delle comunità montane”).
Segnali parzialmente positivi arrivano invece dalle industrie di trasformazione alimentare, l’unico settore che in Basilicata presenta un saldo positivo alla voce investimenti. Si pensi ai 10 milioni di euro che investirà Barilla nello stabilimento di Melfi per la realizzazione di un nuovo prodotto (i lavori sulle linee partiranno ai primi di dicembre) o allo sbarco del gruppo San Benedetto che realizzerà uno stabilimento per l’imbottigliamento delle acque minerali nel Pollino.
“Il settore alimentare non è in crisi ma è dentro la crisi, nel senso che risente della riduzione dei consumi alimentari nel paese”. Un riflesso che se al momento – a differenza di altri settori industriali letteralmente piegati dalla crisi – non ha provocato grossi scossoni, fa sentire i suoi effetti sui tavoli contrattuali. In ballo c’è il rinnovo dei contratti integrativi, dove il rischio è qualche gruppo industriale si possa sfilare dalla discussione. “Le difficoltà si risolvono dentro la contrattazione – ha ammonito Faiotto – con piattaforme specifiche azienda per azienda. Su questi c’è una discussione aperta con Federalimentare. Noi chiediamo alle imprese di fare gli investimenti per difendere il lavoro perché chi investe può uscire più forte dalla crisi”.
comunicato stampa
l.can 25 novembre 2013