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Fonti del Pollino, la posizione di Fai Cisl e Uila Uil

La Fai Cisl e la Uila Uil regionali sono fortemente rammaricate dal comportamento della Flai Cgil allo stabilimento di proprietà San Benedetto ‘Fonti del Pollino’ che ha proclamato uno sciopero senza nemmeno avvisare le due sigle comprimarie e nonostante fosse già stata indetta un’assemblea degli Rsa di stabilimento di tutte e tre le sigle. Le risultanze dell’assemblea erano che permanevano ancora irrisolte alcune delle questioni analizzate e sottoscritte negli accordi di secondo livello dal 2018 in poi e successivi allegati di luglio 2021, ma anche a causa del periodo Covid con le difficoltà legate al blocco del mercato Horeca e la conseguente riduzione delle vendite del 40 per cento da parte delle aziende di imbottigliamento. Naturalmente anche le applicazioni contrattuali hanno subito ritardi nella loro piena realizzazione. Si è deciso pertanto di riprendere il cammino tracciato, chiedendo un incontro unitario alI’azienda per riannodare normali relazioni industriali, riprendendo quelle che erano le tematiche parzialmente o totalmente non affrontate durante il periodo di difficoltà”.

“Poi la scelta da parte della Flai Cgil di andare autonomamente e incomprensibilmente verso lo sciopero, con la opzione di continuare la protesta ad oltranza. Le due federazioni scriventi responsabilmente, nonostante non fossero state minimamente coinvolte nel momento di protesta, hanno chiesto nella giornata del 12 luglio un incontro che si sono premurati di organizzare presso Confindustria di Basilicata allo scopo di risolvere le tensioni venutasi a creare nello stabilimento di Viggianello nell’interesse di tutte le parti coinvolte. Elencando nella richiesta anche le tematiche da discutere e risolvere, l’analisi della mappatura delle professionalità, la verifica periodica e puntuale dell’organizzazione del lavoro e dell’orario, l’applicazione del concetto delle vasche comunicanti, la verifica e l’attuazione delle possibili stabilizzazioni contrattuali, la richiesta per attestare la volontà aziendale di addivenire ad una soluzione, ossia la richiesta di un buono pasto da elargire alla presenza dei lavoratori nei turni di Iavoro, così come avviene in altri stabilimenti del comparto”.

“Tutte azioni che sono da sempre normale prassi e patrimonio della capacità relazionale e negoziale delle tre federazioni di categoria. Purtroppo però dobbiamo registrare anche l’atteggiamento non coerente dell’azienda che non ha avuto il coraggio e la lungimiranza di seguire la richiesta di incontro che abbiamo responsabilmente messo in essere pur non avendo aderito al momento di protesta, anzi abbiamo poi appreso attraverso fonti aziendali del rifiuto della Flai Cgil di sedersi con Fai Cisl e Uila Uil presso una sede istituzionale quale è Confindustria di Basilicata certificando pertanto una immotivata quanto incomprensibile rottura dell’unitarietà delle tre federazioni di categoria nella nostra regione, cosa mai avvenuta nella storia dell’agroalimentare della Basilicata, quasi considerando le consorelle alla stregua di formazioni sindacali autonome fuori dal circuito virtuoso della negoziazione e della contrattazione”.

“Al netto delle contraddizioni e delle notizie altalenanti di queste ore, vogliamo essere chiari circa la natura delle motivazioni e diciamo con cognizione di causa che per accaparrarsi qualche iscritto in più in alcune aziende non vale la pena mettere in discussione e in pericolo l’occupazione nella nostra regione, già di per sé con gli indici che ben conosciamo, soprattutto nell’area sud della regione dove è più forte Io spopolamento umano e la desertificazione industriale. Siamo convinti del fatto che l’aver voluto a tutti i costi soffiare sul fuoco di una protesta fine a se stessa, pur con le ragioni che elenchiamo e su cui non siamo affatto all’anno zero, tant’è che l’ultima modifica agli accordi di stabilimento è stata effettuata guarda caso a luglio 2021 nel periodo di maggior produzione e necessità del mercato, e un sindacato responsabile ed equilibrato tiene in conto tutte le variabili sia in negativo sia in positivo di un settore, anche le condizioni che riguardano la singola azienda adattandone le politiche in modo logico e consequenziale sul piano squisitamente negoziale”.

“Vogliamo ricordare che sul settore delle acque minerali nella nostra regione, oltre ai comportamenti errati che fanno riflettere gli imprenditori sulla utilità di continuare ad investire in Basilicata, pesa anche la partita dell’aumento delle royalties delle acque minerali e del varo della tassa sull’emunto. Chiediamo al gruppo dirigente della Flai di riflettere bene al proprio interno e di ritrovare le ragioni dell’unità, questa volta non solo esteticamente, ma nei fatti e comportamenti. Siamo disponibili ad una ripresa di un dialogo che non sia capzioso ed offensivo così come a volte è stato raccontato nei luoghi di lavoro in assenza delle altre sigle, e che che si possa definitivamente chiarire la situazione che si è venuta a creare anche nell’ottica di tutelare al meglio i lavoratori e il territorio nonché salvaguardare le produzioni e l’occupazione che rimane la nostra più grande preoccupazione”.

 

comunicato stampa