Per il segretario della Fai Cisl Romano “il nuovo contratto nazionale dà certezze alla zootecnia italiana e garanzie ai consumatori, ora si lavori per il rinnovo dell’integrativo regionale”
Dopo dieci anni i dipendenti delle Associazioni degli Allevatori, nonché dei consorzi e degli enti zootecnici, hanno un nuovo contratto nazionale di lavoro. L’accordo – che in Basilicata interessa una quarantina di addetti – è stato siglato nei giorni scorsi dai sindacati di categoria del settore agricolo e dall’Associazione Italiana Allevatori. ”È dal 2010 che i lavoratori del settore attendono risposte e questo rinnovo contrattuale è un nuovo punto di partenza per dare il giusto valore ad un settore in evoluzione. Parliamo di lavoratori che, nonostante tutto, hanno continuato nel loro quotidiano impegno per la sicurezza della filiera alimentare e per la difesa del made in Italy”, commenta il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Giuseppe Romano, che ora auspica un rapido rinnovo anche del contratto integrativo regionale, sebbene il tavolo che si sarebbe dovuto riunire ad ottobre non sia stato ancora convocato dalla direzione dell’Associazione Regionale Allevatori.
Tra i punti qualificanti del nuovo contratto, l’avanzamento professionale tramite scorrimento automatico per determinate categorie al fine di garantire ai lavoratori una chiara prospettiva di carriera e il riconoscimento della professionalità acquisita. Altro punto riguarda il consolidamento e l’ampliamento degli spazi riservati alla contrattazione integrativa per garantire le peculiarità delle diverse realtà territoriali. L’aumento salariale sarà del 2% nel biennio più il mantenimento dell’indennità di vacanza contrattuale, già presente in busta paga, che vale circa lo 0.7%.
“È un contratto che ridà certezze alla zootecnica italiana, alle prese con una concorrenza internazionale sempre più agguerrita, e assicura migliori garanzie ai consumatori in un momento in cui è massima l’attenzione al tema della salute e della qualità della nostra alimentazione. La sfida della sostenibilità – conclude Romano – inizia dagli allevamenti e finisce sulle nostre tavole. In tal senso, sarà cruciale il rispetto delle regole sull’etichettatura e una maggiore attenzione degli stessi consumatori alle produzioni certificate e di qualità”.
(l.can.)