Le Segreterie di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil , di intesa con le segreterie regionali Cgil Cisl e Uil, hanno indetto per domani, giovedì 21 ottobre, a partire dalle ore 10, una manifestazione-presidio dei lavoratori forestali della platea SAAAP (ex Rmi, ex Mobilità), sotto la sede della Giunta Regionale in viale Verrastro. La manifestazione, già proclamata nelle scorse settimane ed in seguito rinviata dopo un poco proficuo incontro in Regione, è stata indetta a seguito delle mancate risposte da parte della Giunta Regionale sull’aumento delle giornate di lavoro da effettuarsi per l’anno in corso.
Per i lavoratori nel settore strategico della forestazione – affermano i sindacati di categoria e confederali – la situazione è oramai al limite della sopportazione: la platea di lavoratori – in totale 4.500 unità – in questi giorni percepirà il salario del mese di agosto, ed ha accumulato due mesi di arretrati; mentre, la platea ex RMI (ora definita SAAAP) deve percepire le mensilità di settembre. Le segreterie regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil sottolineano che la platea in oggetto “è composta da persone che sono costrette a sostenere le proprie famiglie con i soli proventi delle poche giornate lavorative, a questo si aggiunge il forte ritardo con cui vengono pagate generando grandi disagi familiari. Tutto questo, inoltre, rende impossibile affrontare con serenità temi fondamentali per il settore forestale quali la programmazione delle annualità e l’avvio di una discussione approfondita per il rinnovo del CIRL (contratto integrativo regionale) che dal 2012 non viene rinnovato”.
Adesso – aggiungono i sindacati – la situazione è drammatica: l’abbiamo definita una “bomba sociale” perché ci troviamo di fronte alla precarietà nella precarietà. I lavoratori più colpiti dall’emergenza, circa 1100 persone della platea SAAAP, progetto che è partito quattro anni fa circa, ad oggi lavorano per circa 85 giornate l’anno; mentre da tempo Fai, Flai e Uila chiedono impegni precisi per garantire almeno 102 giornate lavorative consolidate.
In caso contrario, dichiarano le organizzazioni sindacali, il conflitto sociale rimarrà aperto fino alla risoluzione delle problematiche dichiarate, non escludendo di inasprire le forme di protesta fino al raggiungimento degli obiettivi minimi di dignità lavorativa. E’ necessario, inoltre, rimettere al centro della discussione politica la tematica dell’intero settore della forestazione, che negli ultimi anni sta pagando fortemente i disagi organizzativi.