Avanzano da due a tre mensilità arretrate, pari a circa la metà del reddito annuo, i lavoratori impiegati nei vari progetti del settore forestale. A denunciarlo sono il segretario generale e il coordinatore provinciale della Fai Cisl, Vincenzo Cavallo e Antonio Lapadula. “Ancora una volta – spiegano i due sindacalisti – a pagare per le inefficienze della macchina organizzativa sono come al solito i lavoratori che si ritrovano senza reddito dal mese di ottobre (salari di novembre e dicembre) e in alcuni casi addirittura da settembre (salari di ottobre, novembre e dicembre). Una situazione insostenibile – rincarano Cavallo e Lapadula – anche perché spesso il reddito familiare dipende da questa unica entrata e sospendere per mesi i pagamenti significa mettere in seria difficoltà la vita delle persone alle prese con scadenze improrogabili”.
“Gli enti gestori, ovvero le aree programma, i consorzi di bonifica e le Province, giustificano i ritardi nel pagamento delle spettanze arretrate con il mancato trasferimento da parte dei competenti uffici regionali dei relativi fondi, ritardo che una più razionale e tempestiva organizzazione – accusano i dirigenti della Fai Cisl – avrebbe consentito di evitare, risparmiando ai lavoratori disagi e preoccupazioni”.
Nel mirino della Fai Cisl c’è l’organizzazione e la gestione estremamente frastagliata del settore forestale lucano, “un settore caratterizzato dalla presenza di una molteplicità di soggetti – fanno notare i dirigenti della Fai Cisl – scarsamente coordinati tra loro che negli anni ha determinato una situazione a macchia di leopardo, con conseguenti forti disparità di trattamento tra i lavoratori, sia nella calendarizzazione dei cantieri, sia nei pagamenti dei salari. Un modello non più sostenibile – concludono Cavallo e Lapadula – che dovrebbe essere definitivamente archiviato con il passaggio delle competenze su tutti i progetti forestali al consorzio unico di bonifica, così come auspicato da almeno un decennio dalla Fai Cisl”.
l.can