“Se ci sono forze che tentano di remare in senso opposto alla legge 199 contro il caporalato e di disinnescare gli strumenti sociali che essa istituisce, queste forze sappiano che il sindacato non abbasserà la guardia ed è pronto alla mobilitazione”.
Così Luigi Sbarra, Segretario Generale della Fai Cisl, a margine del sesto congresso della federazione agroalimentare-ambientale della Basilicata.
“I numeri – aggiunge il leader Fai – mettono in evidenza come, specialmente al Sud, il comparto primario abbia determinato una forte crescita sia in termini di valore aggiunto che di occupazione giovanile. Risultati conquistati in corrispondenza di filiere che investono sul lavoro di qualità, che resta la via maestra per comparti competitivi e ben internazionalizzati”.
Tuttavia, ha aggiunto Sbarra, “accanto a queste realtà si affiancano ancora troppe aree di marginalità e di arretratezza. Zone scollegate dalle reti istituzionali e dalla rappresentanza sociale, dove l’illegalità e lo sfruttamento spopolano. Queste aree richiedono misure e investimenti capaci di rilanciare tutele e dignità della persona che lavora: significa incrementare le ispezioni, ma anche dare piena attuazione agli strumenti partecipati di presidio che abbiamo conquistato con la legge 199 contro il caporalato, a cominciare da Rete del Lavoro e Cabina di Regia, sui quali registriamo incomprensibili ritardi e qualche uscita infelice. Se ci sono forze che lavorano contro, sappiano che noi non staremo a guardare”.
“Nel contesto di generale sofferenza del tessuto produttivo nazionale, la rete agro-industriale-ambientale si conferma un motore di innovazione, coesione e crescita. L’agroalimentare rappresenta per la Basilicata un una formidabile leva di integrazione, sviluppo, buona occupazione produttiva. Un mondo immerso in dinamiche di forte e positivo rinnovamento nel segno della multifunzionalità, e coinvolto da un ricambio generazionale che chiama in causa tanti giovani preparati, preservando il capitale sociale e valorizzando la distintività, specialmente nelle aree interne”.
“La forza dei nostri comparti è la forza del Paese: un concetto che deve essere ben chiaro ai decisori pubblici. Bisogna mettere in campo progetti condivisi che puntino a rinsaldare aggregazioni e rapporti di filiera, a rilanciare buona programmazione, ad assicurare trasparenza amministrativa, legalità e adeguato presidio sociale. Per le parti sociali e per il sindacato questo vuol dire anche aggiornare i propri strumenti interpretativi e consolidare le proprie leve organizzative, contrattuali e bilaterali.
Questa l’impostazione che intendiamo confermare nel nostro Congresso. Perché questo è il compito di un sindacato libero, autonomo, che vuole partecipare allo sviluppo attraverso dinamiche che non escludono il contributo di nessuno”.