Il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, saluta positivamente l’approvazione definitiva della legge contro il caporalato. “Si tratta di una decisione storica che mette nelle mani delle istituzioni preposte strumenti giuridici nuovi e più incisivi che in passato per contrastare un fenomeno che negli ultimi anni ha subito una forte impennata. È una scelta di civiltà – continua Lapadula – che è anche il frutto della costante e forte mobilitazione del sindacato, senza la quale probabilmente oggi saremmo qui a commentare l’ennesimo rinvio. Oltre ad inasprire le pene, non solo ai caporali ma anche agli imprenditori che utilizzano manovalanza in maniera illegale, la legge stabilisce un principio di partecipazione affidando alla bilateralità di settore una serie di funzioni per la prevenzione del fenomeno e il monitoraggio del mercato del lavoro agricolo di qualità. Infatti, solo con il pieno coinvolgimento delle parti sociali – aggiunge il segretario della Fai Cisl lucana – si può pensare di sradicare il caporalato dai nostri campi e restituire alla piena trasparenza e legalità un settore nevralgico della nostra economia. Ora non ci sono più alibi per non intervenire”. Sul tema si registra la dichiarazione anche del segretario nazionale Luigi Sbarra, a Potenza nel giugno scorso proprio per un’iniziativa organizzata dalla Fai regionale sul fenomeno del caporalato. Per Sbarra la legge è “una risposta doverosa per gli oltre 400 mila lavoratori agricoli sfruttati sui campi e un indifferibile traguardo di civiltà giuridica per tutto il Paese. Viene premiata una mobilitazione sindacale unitaria lunga un anno. Va dato atto al governo, e in particolare al ministro Martina con il quale abbiamo interloquito in maniera costante, di essersi mosso con rara sensibilità, sapendo ascoltare le richieste del sindacato.
l.c.