Alla Fai Cisl non piace l’ipotesi di riforma dei consorzi di bonifica contenuta nel disegno di legge approvato dalla giunta regionale lo scorso febbraio e attualmente all’esame della terza commissione del consiglio regionale. “A noi pare che questa riforma sia un abito su misura per il commissario straordinario”, commenta il segretario generale Antonio Lapadula, che bolla la riforma dei consorzi come “una proposta pasticciata”. Per il segretario della Fai Cisl sono i due i problemi del ddl regionale. “Il modello di consorzio che emerge dalla riforma è distante anni luce da quanto stabilisce la legislazione in materia, in maniera particolare in materia di governance del settore. I consorzi di bonifica non devono diventare – avverte Lapadula – un altro carrozzone politico a guida regionale”.
“La seconda criticità – continua il segretario della Fai Cisl – riguarda la riorganizzazione delle strutture tecniche e amministrative con il consorzio unico. Noi siamo per l’accorpamento dei consorzi e per la semplificazione dei livelli di governo, ma accorpare non vuol dire sguarnire i territori a maggiore vocazione agricola accentrando il personale tecnico e amministrativo nella sede unica di Matera. Soluzioni di questo genere fanno aumentare i costi e abbassare la qualità dei servizi”. Per Lapadula “la riforma dei consorzi di bonifica così com’è non va bene, per questo come organizzazioni sindacali di categoria abbiamo chiesto di essere auditi dalla terza commissione consiliare che sta esaminando il provvedimento. Il nostro auspicio è che la massima assise regionale faccia tesoro delle osservazioni di chi conosce bene la realtà dei consorzi di bonifica per riformare in meglio un sistema che è nevralgico per la crescita e la qualità della nostra agricoltura”.