La situazione sta diventando insostenibile per i dipendenti di due dei tre Consorzi di bonifica lucani: sia nella struttura del Vulture Alto Bradano, con sede a Gaudiano di Lavello, che in quella dell’Alta Val d’Agri i lavoratori sono infatti da tre mesi senza stipendio. La mancata retribuzione – apprendiamo da fonti sindacali – sarebbe determinata da questioni di natura tecnica, collegate alla rendicontazione relativa ad alcuni finanziamenti del Piano di sviluppo rurale. Un problema temporaneo di natura burocratica, insomma, starebbe alla base della decisione – in realtà preventivamente annunciata alle Rsa territoriali – di congelare per alcuni mesi le retribuzioni. Ma oggi, i circa duecento dipendenti coinvolti sono stanchi di sacrificarsi per il bene
dell’azienda.
«Non prendo stipendio da tre mesi, chissà se lo percepirò a dicembre: che Natale darò ai miei figli?)”:lo sfogo è di uno dei lavoratori che ci ha chiamati in causa per sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica. Un altro dipendente, contattato telefonicamente, ci conferma che “purtroppo è tutto vero: ormai da settembre non veniamo pagati, i sindacati – aggiunge dovrebbero fare qualcosa>>
”Siamo pienamente consapevoli – commenta Gerardo Nardiello, segretario regionale della Uila-Uil – della grave situazione che stanno subendo i laboratori, per questioni complesse e legate ad una rendicontazione sui Psr.
Alcuni disguidi di natura tecnica stanno mettendo in difficoltà i dipendenti. Ho da poco incontrato il commissario Musacchio, che in realtà mi ha invitato a tranquillizzare i lavoratori, affermando che i problemi sono in via di risoluzione, e che entro una decina di giorni saranno pagate le prime due mensilità arretrate, mentre la terza potrebbe essere regolarizzata entro la fine dell’anno. La speranza conclude – è che si riesca a rispettare questa tabella di marcia>> Vincenzo Esposito, leader de]]a Flai-Cgil lucana, è sul piede di guerra. Se entro pochi giorni la situazione non sarà risolta – dice il sindacalista – riterremo opportuno convocare una riunione con tutti i delegati della Rsa per intraprendere le necessarie azioni di lotta. Non è possibile – sottolinea – che le conseguenze di difficoltà prodotte da una scelta del Consorzio vadano a cadere tutte sui lavoratori. Siamo fortemente preoccupati – aggiunge – per il disagio che stanno vivendo almeno 200 dipendenti: parliamo di gente che vive di questo reddito, spesso l’unico in famiglia, e che non può continuare ad andare avanti in questo modo>>.
“Situazioni del genere – interviene il segretario regionale della Fai-Cisl, Antonio Lapadula – hanno spesso interessato i lavoratori della Val d’Agri, ma ora anche quelli del Consorzio del Vulture Alto Bradano. Quanto sta accadendo, con tutti i disagi del caso – prosegue il sindacalista – è la conferma che diventa sempre più urgente arrivare ad una proposta di riordino dei Consorzi. La speranza – evidenzia – è che il commissario unico provveda al più presto a presentarla>>.
fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno