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“Caporalato, il fenomeno è preoccupante: l’85% delle aziende è irregolare”

Le notizie stampa riferite ad un blitz effettuato congiuntamente dal comando provinciale dei carabinieri e dalla direzione territoriale del lavoro su 32 aziende agricole fa emergere un fenomeno già conosciuto e più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali, di illegalità e di sfruttamento nelle campagne della fascia jonica. E’ quanto fanno sapere Marcella Conese (Flai Cgil), Vincenzo Cavallo (Fai Cisl) e Leonardo Barbalinardo (Uila Uil). “Si tratta – spiegano i sindacati – di un lavoro molto importante delle forze dell’ordine che, se diventasse periodico, porterebbe all’emersione di numerosi illeciti e di un sistema di evasione, che, nella maggior parte dei casi, non viene denunciata a causa dei ricatti cui sono sottoposte le persone coinvolte. I risultati delle ispezioni sono allarmanti: se su 32 aziende, 27 occupavano manodopera a nero, significa che circa l’85% delle imprese del settore impiega lavoratori irregolari, in alcuni casi addirittura clandestini, reclutati attraverso metodi non legali anche da Puglia e Calabria”. Il caporale recluta e assicura il trasporto dei lavoratori (prevalentemente donne, che sono le più ricattabili) e tutto questo ha un costo che viene sopportato dagli stessi braccianti. Si tratta di un fenomeno che interessa più regioni e più etnie: per diversi mesi nel corso dell’anno, centinaia di grossi pullman si spostano verso la fascia jonica carichi di lavoratrici e lavoratori dalle provincie di Brindisi, Taranto, Bari e dall’alto cosentino, per la raccolta di frutta e ortaggi. “Da qualche anno – continuano i sindacalisti – sono coinvolti lavoratori stranieri, in particolare di nazionalità rumena, che lavorano e vivono in situazioni di semi schiavitù, stipati a decine in angusti appartamenti in condizioni igieniche precarie. Spesso a questi lavoratori non vengono riconosciute le giornate effettivamente prestate e la paga giornaliera è molto al di sotto di quella prevista dal contratto integrativo provinciale (in media  euro44): guadano 25-30 euro al giorno per 10-12 ore di lavoro e a loro carico è anche la “tangente” versata al caporale. Si tratta di una situazione sulla quale è necessario che le istituzioni e le forze dell’ordine intervengano periodicamente, prima che il fenomeno acquisti dimensioni non più controllabili e, da questo punto di vista, le Organizzazioni Sindacali continueranno a collaborare per contrastare e denunciare questo fenomeno”.

 

fonte: La Nuova