La cassa integrazione non è uno strumento usuale per la storica azienda dell’Amaro Lucano con sede in Pisticci Scalo, ma, a quanto pare, i tempi sono duri per tutti, anche per un marchio che può far leva su una storia antica, lunga 120 anni. Da piccola realtà produttiva qual era, col tempo è riuscita ad imporsi nel mercato globale.
La prospettiva di un periodo di stop, o quantomeno di riduzione dei turni di lavoro, è venuta fuori in seguito ad un recente incontro fra la proprietà e le parti sindacali. L’ipotesi al vaglio è quella di passare ad una fase di cassa integrazione ordinaria della durata di 13 settimane, rinnovabile. All’Amaro Lucano lavorano circa 15 unità produttive sulle 40 che gravitano intorno allo stabilimento valbasentano, quello che ancora oggi produce i liquori destinati a tutto il mondo.
L’annuncio ha creato qualche perplessità nella parte sindacale, Giuseppe Camardo (Cisl Basilicata) e Vincenzo Cavallo (segretario provinciale Fai Cisl) si sono detti sorpresi del fatto che “solo a dicembre scorso l’azienda avesse deciso di rinunciare aicontratti di solidarietà attivati nell’ottobre precedente”. In pratica, s’interrogano i rappresentanti Cisl, ” come si possono mettere in relazione la recente rinuncia ai contratti di solidarietà, ovvero un chiaro segnale di ripresa, con la proposta, caduta a soli due mesi di distanza, di passare ad un periodo di cassa integrazione”? Il passaggio appare contraddittorio. “Faremo un’assemblea con i lavoratori – aggiungono Camardo e Cavallo – nella quale discuteremo questa proposta, ma siamo perplessi per come, a distanza di poco tempo, un provvedimento contraddica l’altro. Non è un segnale utile a far chiarezza sulle strategie aziendali.Sarebbe importante, invece, poter meglio comprendere in quale direzione stiano guardando”.
Amaro Lucano aveva fatto nuovamente ricorso ad ottobre ai contratti di solidarietà per un anno, dopo averli attivati già per il periodo aprile 2012 – marzo 2013. “Nella fase di latenza, ovvero l’estate scorsa, vi era stata, inoltre, un procedura di mobilità conclusasi con tre licenziamenti. In quello stesso periodo vi fu un provvedimento di trasferimento”, ricordano Camardo e Cavallo. Poi è intercorso il nuovo contratto di solidarietà, seguito dalla rinuncia di dicembre e, ora, dalla prospettiva di un periodo di cassa integrazione. Un percorso accidentato, indicativo di una certa sofferenza. “La forza dell’Amaro lucano – fanno notare i rappresentanti sindacali Cisl – è sempre stata nel territorio. Il sud Italia ha rappresentato lo zoccolo duro dell’attività commerciale. Riteniamo che questo legame si sia affievolito, ecco perché è importante conoscere le prospettive dell’azienda”.